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Loading... Come smettere di fare la vittima e non diventare carneficeby Giulio Cesare Giacobbe
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Inizialmente mi son spanciato dal ridere, ma davvero tanto. Perchè nella sua incontestabile veridicità, Giacobbe - ironizzandoci sopra ed ingigantendola di brutto - sa esorcizzare la fragilità umana come, ad esempio, Giobbe Covatta o un qualsiasi altro comico che lo fa di professione.
Andando però avanti, esulando dalle vittime e dai carnefici di coppia, parte una descrizione delle principali tipologie di vittime nevrotiche. E anche qui le caratteristiche vengono portate all'estremo, per fartele comprendere e allo stesso tempo farti ridere a crepapelle.
Da li in poi, da estremo razionale quale sono, in contemporanea allo scorrere delle pagine riflettevo e mi ponevo domande tipo "chissà quanta gente vive costantemente queste situazioni". E soprattutto tipo "eh, quante volte ci son finito dentro anch'io pur senza volerlo". Ed il prendere coscienza della realtà (anzichè estraniarsi o continuare a ridere di situazioni immaginando gli altri in quei panni), mi ha semplicemente fatto smettere di ridere. Perchè in fondo di divertente c'è ben poco quando si prende coscienza di queste cose su se stessi. Sugli altri è sempre troppo facile ridere.
Nonostante l'accensione della lampadina appena citata, che alla fine è il vero scopo del libro al di la della comicità intrinseca, non riesco a dare più di tre stelle. Perchè? Perchè il finale è scontato, è ovvio, è banale. Per smettere di essere vittima (e carnefice) devi crescere. Smettere di essere bambino. Diventare adulto. Certo, niente di più vero. La fregatura sta nel fatto che chi più o meno ricade in uno dei copioni vittimistici e nevrotici non se ne rende conto. O, peggio, se ne rende conto eppure fatica ad uscirne del tutto.
E se nel primo caso l'autore non può farci davvero nulla per ovvi motivi, nel secondo caso mi aspettavo qualche aiuto più specifico per imparare a prendere davvero in mano la propria vita ed abbandonare la nevroticità di chi ha sempre e costantemente bisogno di sicurezze (bisogno che, alla fin fine, ci accomuna un pò tutti... anche chi non lo ammette palesemente come in pratica sto facendo io in questa digressione).
Ma probabilmente non c'è nessun di più. Probabilmente è davvero solo questione di volontà, di atteggiamento mentale. E quando avrò terminato il mio percorso di crescita interiore, che ora sento ancora incompleto, allora forse potrò anche rileggere il libro, riderci sopra un'altra volta... stavolta fino all'ultima sillaba... ed alzargli anche il voto.
Senza contare che, se si vuol leggere qualcosa di più completo, allora tantovale leggersi "alla ricerca delle coccole perdute" che è un libro di carattere generale e quindi analizza un pò più a 360° il tutto. Ma questa è un'altra storia, un altro libro! :) ( )