Oriana nell’intervistare i protagonisti della storia contemporanea, la storia l’ha scritta. E allora visto che editorialmente la Fallaci funziona, nonostante i suoi denigratori, la Rizzoli, la sua storica casa editrice, decide di dare alle stampe una raccolta di lettere personali che vanno dall’inizio della sua incredibile carriera al periodo finale, in cui Oriana era stretta tra la rabbia, l’orgoglio ed una terribile malattia. Dalla lettura delle sue lettere emerge con chiarezza il carattere di quella donna minuta, orgogliosa e volitiva; e per quelle lettere passa come un film la storia di una vita straordinaria: dai primi incarichi importanti, con una donna forte, ma ancora insicura, al rapporto con Nenni, dagli effetti dell’intervista a Kissinger, all’amore con Alekos Panagulis; lettere forti, violente, spesso irriverenti, con quelle parole che trasformano l’italiano da una lingua in un esercizio di sostanza, ogni termine scelto, ogni virgola, punto e punto e virgola frutto di un’analisi estenuante del ritmo da dare alla frase. L’abnegazione, quasi monastica, per una professione, quella della giornalista, man mano declinata verso un’altra, del tutto diversa, quella dello scrittore. Una lettura obbligata per tutti quelli che nella Fallaci hanno trovato nelle loro stagioni della loro vita un appiglio intellettuale che va oltre le mode, perché lei proprio nella sua flessibilità di pensiero ha dimostrato l’inconsistenza del pensiero comune. E da consigliare per chi del pensiero comune fa il proprio scudo. ( )